Sfondo con immagine grigia e domanda "Dopo quanto tempo dalla separazione si può divorziare?"

Dopo quanto tempo dalla separazione si può divorziare?

La risposta dell’Avvocato Barbara D’Angelo

I tempi per ottenere il divorzio dopo la separazione dipendono dalla modalità con cui i due coniugi decidono di separarsi.

Vi è infatti la separazione giudiziale, che avviene qualora non vi sia accordo tra i coniugi e con cui si ricorre tramite procedimento in tribunale. In questo caso, il divorzio si può chiedere dopo 1 anno dalla prima udienza della separazione.

La modalità consensuale, invece, si realizza in Tribunale, in Comune o con la negoziazione assistita in presenza degli avvocati delle parti e permette di procedere al divorzio dopo 6 mesi dalla firma dell’accordo di separazione (nel caso di separazione effettuata in Comune o mediante negoziazione assistita) e dall’udienza in Tribunale (nel caso di separazione effettuata mediante ricorso congiunto in Tribunale).

Immagine con fondo grigio e domanda in primo piano "Quali sono i requisiti per un'adozione internazionale?"

Quali sono i requisiti per un’adozione internazionale?

La risposta dell’Avvocato Barbara D’Angelo

Per adottare un minore straniero, una coppia deve rispondere ai seguenti requisiti:
– essere una coppia coniugata al momento della presentazione della dichiarazione di disponibilità;
– qualora il matrimonio sia stato celebrato da meno di tre anni, deve dare prova documentale o mediante testimoni di aver stabilmente convissuto anche prima del matrimonio, per un periodo di almeno tre anni complessivi;
– non avere in corso nessun procedimento di separazione, nemmeno di fatto.
– essere idonei ad educare ed istruire, e in grado di mantenere i minori che intendono adottare.
La richiesta di idoneità all’adozione internazionale va depositata presso il Tribunale per i minorenni del luogo di residenza dei richiedenti.

Sfondo verde con domanda scritta "Posso essere diseredato e non percepire la quota legittima dell’eredità?"

Posso essere diseredato e non percepire la quota legittima dell’eredità?

La risposta dell’Avvocato Barbara D’Angelo

In Italia non è possibile diseredare un figlio, ovvero inserire nel testamento una clausola che escluda un figlio dalla quota legittima di eredità.

Tuttavia, la giurisprudenza riconosce dei casi in cui il figlio possa essere escluso dalla successione in quanto “indegno”, ovvero se il soggetto ha:
– volontariamente ucciso o tentato di uccidere il genitore, oppure il coniuge, o un discendente, o un ascendente del genitore, o commesso a loro danno un fatto ascrivibile alle norme sull’omicidio;
– denunciato in modo calunnioso o reso falsa testimonianza contro il genitore (oppure il coniuge o un discendente o un ascendente del genitore) per un reato punibile con l’ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni;
– se ha indotto il genitore con dolo o violenza a fare, revocare o mutare il testamento, o gli ha impedito di farlo;
– se ha soppresso, celato, o alterato il testamento del genitore;
– se ha redatto un testamento falso o ne ha fatto consapevolmente uso.

Schermata con sfondo grigio con domanda "Quando spetta l'assegno all'ex coniuge?"

Quando spetta l’assegno all’ex coniuge

La risposta dell’Avvocato Barbara D’Angelo

Secondo la sentenza n. 18287/18 della Cassazione, lo scopo dell’assegno di divorzio è quello di garantire il sostentamento del coniuge più debole non in grado di automantenersi (funzione assistenziale dell’assegno di divorzio), ma anche quello di compensare le differenze reddituali e di equilibrare le condizioni dei coniugi, specie nel caso in cui uno dei due abbia sacrificato le proprie aspirazioni lavorative per dedicarsi alla famiglia d’intesa con l’altro coniuge (funzione perequativa e compensativa dell’assegno di divorzio). Il tutto va rapportato alla durata del matrimonio e ad altri fattori, quale a titolo esemplificativo, l’uso della casa coniugale.

Per questo l’assegno viene riconosciuto solo in certi casi specifici, tra i quali ad esempio quando l’ex coniuge:
è troppo giovane o troppo anziano per trovare un’occupazione;
è gravemente malato o invalido e quindi incapace di poter guadagnare;
non ha una formazione o un curriculum di esperienze lavorative, conseguenza dell’essersi dedicato alla famiglia, in accordo con l’altro coniuge, consentendo a quest’ultimo di concentrarsi sulla carriera.