Assegno di divorzio: basta la differenza tra i redditi dei coniugi?
Con una recentissima decisione la Corte di Cassazione torna nuovamente sul tema dell’assegno di divorzio. In particolare, la Cassazione ha bocciato una sentenza della Corte d’Appello di Napoli con cui era stato riconosciuto un consistente assegno alla moglie che aveva redditi inferiori a quelli del marito.
Secondo la Cassazione, la Corte d’Appello aveva deciso tenendo conto solo della differenza tra i redditi e del fatto che il marito, essendo più facoltoso, era in grado di provvedere senza difficoltà a corrispondere alla moglie un assegno mensile di 2.500,00 €.
Così facendo, però, i giudici d’appello hanno sbagliato, afferma la Cassazione: la disparità tra le condizioni economiche dei coniugi è, infatti, soltanto uno dei requisiti necessari per l’assegno divorzile e da solo non basta.
È necessario anche dimostrare che il divario è conseguenza delle scelte fatte di comune accordo tra i coniugi durante il matrimonio ed in base alle quali uno dei due, generalmente la moglie, ha sacrificato le sue aspirazioni lavorative per occuparsi della famiglia.
L’assegno di divorzio dunque va a compensare la diminuzione economica subita da uno dei coniugi per realizzare il progetto familiare condiviso.
La Cassazione, richiamando i criteri della famosa sentenza a Sezioni Unite n. 18287 del 2018, ha ribadito dunque che l’assegno divorzile ha una funzione compensativa, oltre che assistenziale. L’assegno pertanto non è teso a garantire al coniuge beneficiario la conservazione del tenore di vita del matrimonio, ma a riequilibrare le condizioni economiche dei coniugi a fronte del sacrificio professionale e reddituale fatto da uno dei due in funzione della famiglia.
Fonte: Cassazione civile ordinanza n. 2811 del 31.1.2022.